martedì 10 luglio 2007

Giuseppe De Santis



Si dedica con grande passione alla critica cinematografica, frequentando il gruppo della rivista “Cinema” assieme a giovani del valore di Antonioni, Lizzani, Puccini.


Sceneggiatore ed aiuto regista di Visconti per “Ossessione”, contribuisce alla realizzazione del documentario “Giorni di gloria” (1945) ed esordisce nel lungometraggio con “Caccia tragica” (1947), ch’è un autentico manifesto della sua poetica.


Muovendosi secondo la “logica di un cinema di intervento politico diretto e immediato sulla realtà nazionale”, egli cala la lezione dei sovietici (in testa, Pudovkin e Donskoj) dentro lo scenario dell’universo contadino padano devastato dalla guerra, con esiti di sorprendente efficacia.

Il successivo “Riso amaro” (1949) precisa vieppiù i contorni d’un cinema senza eguali in Italia: geniale opera che ibrida - a partire da certe intuizioni gramsciane - l’estetica del fumetto coi dettami del neorealismo, esso è una sorta di western ambientato nel vercellese in tutto degno degli affreschi epici statunitensi, un capolavoro che resiste a meraviglia all’usura del tempo.

Il successivo “Non c’è pace tra gli ulivi” (1950) segna il passaggio ad una messinscena di sapore brechtiano, che tuttavia non depriva questo dramma di pastori ciociari della propria carica emotiva.

“Roma ore 11” (1952), la pellicola sua maggiormente debitrice della lezione neorealista, offre - prendendo le mosse da un tragico fatto di cronaca, il crollo di una scala dove si accalcava un gran numero di disoccupate - una ricchissima galleria di personaggi femminili d’ogni ceto sociale, resa con impareggiabile sensibilità ed autentico slancio ideale.

Il mutar del cilma culturale costringerà pian piano al silenzio uno dei nostri più dotati cineasti: delle cose sue seguenti meritano, ancora, menzione il dolente ritratto di donna di “Un marito per Anna Zaccheo” (1953), il robusto film d’azione “Uomini e lupi” (1956) e l’ambizioso “Italiani brava gente” (1964), acre rappresentazione della disfatta nostrana nella campagna di Russia.

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