sabato 7 luglio 2007

Alessandro Blasetti




Dopo aver svolto l’attività di critico cinematografico, fonda nel 1929, insieme ad un gruppo di amici, la società Augustus, che produsse nelle stesso anno il suo primo film, "Sole!", sulla bonifica delle paludi pontine, andato quasi completamente perduto, ma nel quale sono già chiaramente ravvisabili le influenze del Cinema realista sovietico.

Nel 1934 dirige"1860", un’antiretorica rievocazione dell’impresa garibaldina vista dalla parte di due umili popolani. Con "Vecchia guardia" (1935), celebrazione dello squadrismo delle origini, Blasetti afferma la sua adesione al regime fascista, anche se al film non furono risparmiate critiche da parte di un regime che preferiva rimuovere le proprie origini violente.


Verso la fine degli anni Trenta l’alleanza italo-germanica e le tendenze sempre più apertamente guerrafondaie di Mussolini lo spingono a rivedere il suo appoggio al regime e a dedicarsi a film in costume distanti dalla contemporaneità, come "La cena delle beffe" (1941) e "La corona di ferro" (1941).


La svolta nella carriera del regista si ha nel 1942 con "Quattro passi fra le nuvole", una commedia bucolica ricca di spunti realistici, che anticipa alcune caratteristiche del neorealismo del dopoguerra.

Negli anni cinquanta Blasetti sembra orientarsi sempre più in direzioni di commedie dal garbato sapore populista, ricche di brio e scioltezza. Ricordiamo su tutte il delizioso "Prima comunione" (1950) e "Peccato che sia una canaglia" (1955).


Negli ultimi anni di carriera inventa, con "Europa di notte" (1958), il genere del reportage documentaristico sulla vita notturna delle capitali europee e tenta con "Io,io, io…e gli altri" (1966) di esplorare i territori dell’apologo moralistico con un film-saggio sull’egoismo nella società moderna.



Blasetti è, insieme a Camerini e Alessandrini, il regista più significativo del primo decennio del Cinema sonoro italiano, nel quale riuscì a lasciare una traccia profonda per i forti elementi di novità e audacia sperimentalista che vi seppe introdurre, muovendosi su generi e temi assai diversi tra di loro ed esprimendo posizioni ideologiche spesso discutibili, ma sempre personali e mai banali. Seppe, inoltre, sintonizzarsi con coraggio e curiosità con le correnti cinematografiche più innovative e vitali del momento, pensando sempre in grande e mostrandosi un esperto conoscitore della tecnica cinematografica.

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